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NORVEGIA
7 giorni / 6 notti
Sci Alpinismo da € 2.090

Lyngen Lodge Ski Touring in Norvegia

Immagina di trovarti in cima a una vetta innevata nelle Alpi di Lyngen, nel nord della Norvegia. Guardi il fiordo scintillante sotto di te, regoli l'attrezzatura un'ultima volta, poi scendi per il pendio, facendo la prima traccia su una discesa di neve candida e immacolata.



Lyngen Lodge offre vacanze di scialpinismo uniche che ti portano davvero dalla vetta al mare, su alcuni dei migliori terreni sciistici della Norvegia. Con oltre 60 vette diverse tra loro tra cui scegliere, le nostre guide alpine altamente qualificate UIAGM / IFMGA sono a disposizione per assicurarti la migliore esperienza possibile di scialpinismo, indipendentemente dalla tua abilità o dal livello di forma fisica, per fare in modo che il tuo viaggio al Lyngen Lodge vada oltre le tue aspettative. Guarda il
video del Lyngen Lodge The Summit to Sea - SkiTouring Package



Al Lyngen Lodge sono disponibili pacchetti settimanali di sci alpinismo, da Sabato al Sabato successivo. I pacchetti sono disponibili a partire dal 6 Marzo 2021 fino al 24 Aprile. Nel Mese di Maggio 2021 i pacchetti diventano disponibili da 3, 4 e 5 giorni, come specificato nel calendario delle partenze di seguito riportato



Il Programma giornaliero inizia ogni mattina alle 08.00 con la prima colazione, dove al buffet potrai preparare anche il pranzo che porterai con te nella gita di sci alpinismo della giornata. Alle 09.00 partecipi al Briefing con le guide e alle 09.15 partenza dal Lodge. Il rientro è previsto tra le 16.00 e le 17.00 dove troverai pronto un Apres-ski con caffè, tè, dolci freschi pomeridiani, una rilassante sauna, jacuzzi ... Birre fredde .. La cena viene servita alle 19.30



Ogni giorno si scia su una nuova montagna in un panorama che spazia in varie regioni intorno alle Alpi e alle isole di Lyngen. Le località scelte dipendono da condizioni meteorologiche, rischio valanghe, esperienza di gruppo, altezza delle onde del mare. Tipicamente le vette vanno da 1100 a 1400 m. È possibile effettuare diverse discese al giorno, a seconda della forma fisica e dell'esperienza del gruppo. Le salite con le pelli vanno da 600 ma 1500 m, a seconda della forma fisica, delle capacità e del tempo (di solito 2-6 ore).
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NORVEGIA
8 giorni / 7 notti
Artic Sail & Ski da € 5.200

Svalbard Artic Ski & Sail Adventure

L'arcipelago norvegese delle Svalbard è situato a nord della terraferma norvegese, compreso tra latitudine 74N e 81N, tra il Mare di Groenlandia e il Mare di Barents. "L'estremità settentrionale dell'oceano" menzionata nelle cronache islandesi del XII secolo. E'la terra più vicina al Polo Nord dove sia possibile possibile navigare e atterrare, il punto di partenza di molti dei più grandi avventurieri che hanno corso per raggiungere il punto più settentrionale della Terra. Rimane una delle remote frontiere del pianeta. Il 65% dell'arcipelago è coperto di ghiaccio, una zona di crociera accidentata, la più spettacolare e contrastante.



Come afferma la nostra guida Daniel Farquharson Una delle cose magiche dello sci alle Svalbard è la costante vicinanza dei ghiacciai. Ovunque guardi li vedi che si congiungono con il mare. Ci sono poche cose più magiche che sciare da una cima che conduce fino al mare La stagione ideale per raggiungere i fiordi senza ghiaccio e beneficiare delle migliori condizioni di neve inizia a metà maggio e si estende in genere fino a metà o fine giugno.



Navigheremo e scieremo sulla costa occidentale, principalmente in entrambe le rive della Kings Bay (al riparo dalle onde oceaniche dall'isola Prins Karls lunga 50 miglia nautiche e dai vari fiordi e rive dell'Isfjorden. Mentre navighiamo nei fiordi, una magnifica serie di cime e ghiacciai apparirà vicino a noi, il parco giochi da sogno di uno sciatore immerso nel paesaggio artico. I percorsi di scialpinismo coinvolgono picchi che vanno da 500 a 1.100 metri, con salite che vanno da 4 a 8 ore.



A bordo della nostra barca a vela ospitiamo piccoli gruppi, limitati a 6 ospiti sciatori, per spazio e comfort senza ostacoli. La barca è pensata per ospitare e imbarcare e sbarcare gli sciatori e le loro attrezzature, rendendo l'intera operazione fluida e sicura. Una scelta praticamente infinita di linee di salita e discesa grazie alla varietà morfologica del terreno, all'eccellente quantità di innevamento e della sua favolosa qualità. A bordo della nostra imbarcazione a vela, tempo permettendo, possiamo navigare a nostro piacimento, ancorare e sbarcare praticamente ovunque.



Le gite di sci alpinismo saranno organizzate e guidate dalle nostre guide alpine IFMGA professionali Brian Farquharson, Andres Scherrer e Paul Degonda. Con oltre 10 anni di esperienza nelle Alpi di Lyngen e nelle Svalbard, acquisiscono una comprensione intima delle condizioni meteorologiche locali, delle condizioni della neve e delle linee per optare per i luoghi più divertenti per sciare in sicurezza. Dato che siamo ben inseriti in questo territorio d'avventura, disponiamo di protocolli di sicurezza ben consolidati sia a bordo della barca che a terra, nonché di elevati standard definiti per l'equipaggiamento di sicurezza.



Per partecipare ai pacchetti di scialpinismo, gli sciatori devono raggiungere in aereo l'aeroporto di Longyearbyen. Da qui saranno trasferiti al porto per l'imbarco a bordo della Varuna, uno yacht in alluminio di 22 metri, equipaggiato per la navigazione nelle alte latitudini dispone di 4 cabine spaziose con bagno privato ed ospita per ogni partenza un massimo di 6 sciatori + la guida di montagna e lo staff di bordo che include anche la cuoca. Si naviga e si scia per 6 giornate con un servizio di pensione completa e una buona scelta di vini e bevande alcoliche (non incluse) mentre gli scarponi da sci e l'abbigliamento verranno riposti in appositi armadietti riscaldati e ventilati per assicurarti di trovare l'attrezzatura asciutta per la sessione successiva.



La fauna nelle Svalbard è la più protetta, con 20 parchi naturali che ospitano la fauna selvatica artica. Scivolando silenziosamente sull'acqua, a bordo della nostra barca a vela ci avvicineremo agli animali selvatici in modo discreto, attraversando zone con migliaia di uccelli che migrano in estate, trichechi, foche barbute, balene, cervi, volpi polari e con l'imponente orso polare.
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INFORMAZIONI E NOTIZIE UTILI

Capitale: Oslo

Popolazione: 5.356.789 (III trimestre 2019)

Superficie: 385.186 km2 (comprese le isole Svalbard e Jan Mayen)

Fuso orario: stesso fuso orario dell'Italia (UTC/GMT +1).

Ora legale come in Itala.

Lingue: norvegese. Comunemente diffuso e parlato l'inglese.

Religione: protestante luterana oltre 80%. Tra le altre comunità cristiane, la maggiore è quella cattolica. Altre religioni sono presenti, inclusa quella islamica.

Moneta : Corona norvegeese (NOK)

Prefisso per l'Italia: 0039 Prefisso dall'Italia: 0047 Telefonia: per la rete cellulare sono presenti i sistemi LTE (4G), UMTS, GSM e NMT che coprono quasi per intero il territorio nazionale. La Norvegia, essendo parte dello Spazio Economico Europeo, è equiparata ai Paesi UE. Dal 15 giugno 2017 una nuova normativa UE ha abolito il roaming nei Paesi UE e SEE. Il roaming gratuito è quello incluso nei limiti previsti dal proprio abbonamento telefonico.

Clima: Freddo. Il clima più mite si registra lungo la costa e al sud del Paese grazie all'influenza della Corrente del Golfo ma fortemente variabile e con frequenti precipitazioni nelle regioni costiere occidentali. Si raccomanda di equipaggiarsi per ogni tipo di clima. Temperature medie ad Oslo, in inverno: -3/-4, in estate: +18/+19°. Per informazioni meteorologiche aggiornate consultare il sito https://www.yr.no/.



 Le informazioni sono estratte dal sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Si raccomanda la consultazione del sito per informarsi sulle disposizioni aggiornate per l'ingresso, la sicurezza, situazione sanitaria ed altre informazioni, prima di intraprendere un viaggio in Norvegia

ALBUM FOTO

BLOG, RACCONTI E ARTICOLI

La cultura Sami Reindeer Norvegese
Per migliaia di anni, la popolazione della Scandinavia settentrionale ha vissuto uno stile di vita semi-nomade da pastore, spostandosi da un fiordo e da una valle all'altra. Il popolo Sami (noto anche come Lapponi o Lapponi) ha una ricca cultura e storia, che sono orgogliosi di condividere con coloro che desiderano imparare. Lyngen Lodge si trova sulle pendici delle Alpi Lyngen ed è tutt'uno con i suoi dintorni. Gli edifici rispettano la natura e il cibo è di provenienza locale. Ancora più importante, c'è una forte relazione con la comunità locale e le tradizioni Sami di Lyngen. Puoi sfruttare questa opportunità per saperne di più sulla cultura Sami, sulla tradizionale slitta trainata da renne e sugli stili di vita Sami.



La storia dei Sami risale a molto prima dei moderni confini nazionali e del Regno di Norvegia. L'Europa artica è stata la loro casa per tutto il tempo che chiunque può ricordare e la popolazione Sami è ora di circa 100.000 persone. Tradizionalmente, lo stile di vita dei Sami ruotava attorno alle loro grandi mandrie di renne, spostandosi dalla tundra lappone ai fiordi costieri durante le lunghe estati norvegesi.  Il popolo Sami vive in una vasta area che va dalla Norvegia settentrionale e le splendide Alpi Lyngen attraverso parti della Svezia e della Finlandia fino alla penisola di Kola in Russia. La Norvegia ha la più grande popolazione Sami (circa 40.000 persone) e hanno il proprio parlamento (il Samediggi) nel villaggio norvegese di Karasjok.
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Topturfestivalen Rotta per il nulla
Le stagioni invernali non si sa mai quando farle finire. Se uno ha passione vera per lo sci, uno strascico di inverno da qualche parte lo trova sempre. Uno, se vuole, può andare avanti tranquillamente a sciare fino a metà dell estate, fino a giugno o a luglio, ma è chiaro che quello che sta facendo, da un certo momento in poi, è tirare avanti. Trascinarsi, e le passioni non bisogna mai trascinarle. A giugno si è in quella terra di mezzo che è il passaggio di stagione, periodo bellissimo, per carità, si può sciare ma si può anche correre e pedalare, arrampicare, camminare, fare un sacco di altre cose divertenti e anche niente, si può mettersi in spiaggia con una bella rivista di sci sotto l ombrellone e godersi l estate aspettando un altro inverno ancora. È per queste ragioni, per il bisogno di farla finita, che quando sai di dover andare a sciare alle Svalbard a giugno capisci che quella che sta per succederti è una cosa diversa.



È un bypass delle stagioni, una circonvallazione del tempo. Tra l inverno (anzi, la primavera inoltrata) e l estate si inserirà un altro inverno ancora, uno vero, una stagione breve laterale ortogonale al trascorrere ordinario dei mesi. Cielo blu o nebbia che non si vede un tubo, neve, pelli di foca umide, scarponi bagnaticci e puzzolenti, il clack degli attacchi che si chiudono, gambe sudate, orecchie gelate, firn o polvere, diagonali e dietro-front, quel sapore amarognolo della borraccia, aria fredda della cima, sudore ghiacciato giù per la schiena, il caldo confortante dei guanti asciutti prima di scendere, insomma inverno. Vero. Scialpinismo vero. Le Svalbard - tu lo sai, ci sei già stato due volte - sono un mondo a parte. Una deviazione magica della linea spazio-temporale. L occasione per andare a giugno alle Svalbard è un festival. Esatto, un festival, proprio come la Skieda o la Scufoneda, quegli eventi insomma dove ci si incontra e ci si ritrova tra amanti dello scialpinismo e del telemark e si sta insieme, si fanno delle belle gite e si scia, ciascuno al proprio ritmo. E si fa anche un po di festa, certo, quella senza distinzione di livello tecnico e di capacità, a fare festa siamo tutti bravi uguali, non serve neanche impegnarsi. Basta avere voglia di stare insieme.



La caratteristica del Topturfestivalen (così si chiama l evento, l organizzazione è norvegese) è che questo festival è itinerante e mi spiego: nel caso non lo sapeste le Svalbard sono isole relativamente vicine al Polo Nord e a primavera il ghiaccio che le ricopre e che riempie i fiordi si scioglie. Questo significa che si può navigare intorno alla terraferma e al pack. Vi serve una barca, se fate un grosso festival vi serve una grossa barca, cioè una nave. I ragazzi che hanno ideato il Topturfestivalen, che si svolge in questa modalità dal 2016, ne hanno trovata una che si chiama Nordstjernen e che è una nave da crociera artica costruita nel 1956 e recentemente restaurata e hanno deciso di farla diventare il campo base itinerante del festival. Avete capito bene: il campo base del festival è la nave.



E la nave, naviga. Per capirci: è come se andaste alla Skieda a Livigno e invece che dormire in albergo (ammesso che andiate mai a dormire, alla Skieda) dormite in una cabina. Invece che guardare fuori dalla finestra della camera da letto, guardate fuori da un oblò. Invece che vedere Livigno fuori dall oblò e il Mottolino, vedete delle montagne senza nome e in buona parte dei casi mai salite o mai sciate prima. Magari vi capita di vedere anche delle balene di Baluga o delle orche. Non è fantastico? Longyearbyen è lontana. È proprio su, su, a guardare la carta geografica la trovate molto oltre la Scandinavia. In volo da Tromsø servono altre due ore e mezza ma è tempo speso bene, fidatevi. Quando ci arrivate, a Longyearbyen, nel vostro orologio biologico sembra esserci qualcosa che non funziona, il sole a giugno è sempre molto alto nel cielo ed è sempre giorno. Pieno giorno. La luce non è tenue e slavata come ve la aspettavate, è forte e abbagliante, cristallina, riflessa ancora con forza dalla neve e dal ghiaccio che hanno appena iniziato a sciogliersi. La cittadina in effetti è polverosa e sporca, un po come una stazione di sci a chiusura impianti, ma in fondo a voi cosa ve ne importa, voi nel tempo di qualche ora sarete a bordo della nave. Andrete via. Alle Svalbard latente nei vostri sensi ci sarà sempre, almeno nei primi giorni, quella sensazione bizzarra di svarionamento che la mancanza di buio notturno e la carenza di melatonina insinuano nel sistema nervoso.



È un po come se foste in bilico tra un paio di birre di troppo, l iperattività promossa da svariate Red Bull bevute una dietro l altra come un adolescente eccitato e quei colpi di sonno che vi colgono nei dopo pranzo a casa di parenti che visitate di rado mentre vi mostrano le diapositive dell ultima vacanza al mare. Il tempo di uno spuntino in uno dei locali del paese (andateci piano con gli spuntini, la luce continua vi fa venire una fame atavica e continua) e poi via, verso il porto e verso la vostra barca. Chiamarla barca è profondamente inesatto. Riduttivo. Quella su cui state per salire è una nave, piccola, ma nave. La differenza tra una barca e una nave, anche se non siete dei marinai, dovrebbe esservi chiara. La lunghezza complessiva della nave è di 88 metri. La Nordstjernen è una barca da crociera artica ed è attrezzata per rompere il ghiaccio se necessario fino a uno spessore di trenta centimetri; per resistere all eventuale impatto con pezzi di ghiaccio vagante ha uno spessore dell acciaio a prua di circa quarantacinque centimetri, perlomeno questo è quello che mi hanno raccontato. E io ci credo. Quarantacinque centimetri sono uno spessore rassicurante, per me che non ho un grande rapporto con le navi, lo ammetto. Soffro il mal di mare anche sul traghetto Piombino-Portoferraio per via del mio sistema propriocettivo che (così mi hanno detto) è così sensibile che alla minima variazione di stabilità sotto i piedi, vado in sofferenza. E sto male. Non so se è vera la storiella della sensibilità che mi hanno raccontato, però io mi ci consolo. Comunque il Mar Glaciale Artico, guardandolo dalla banchina del porto, non mi sembra agitato.



Salgo a bordo con la mia sacca, i miei scarponi e i miei sci da telemark che deposito sul ponte della nave. Il personale di bordo è molto gentile e simpatico, sono quasi tutti ragazzi e ragazze filippine, tra loro c è solo qualche lupo di mare vichingo. Gli altri partecipanti alla crociera, a parte il mio amico Keith che è inglese, sono tutti norvegesi. Un norvegese si riconosce da tre cose: perché è grande e grosso come e più di un olandese (sono molto più grandi di un italiano medio); perché è molto gentile e quasi sempre porta la barba (a parte le ragazze, parlo della barba); e poi perché parla norvegese. Quella cosa che nei Paesi scandinavi parlano tutti tranquillamente inglese, credetemi, non è mica vera. I norvegesi parlano norvegese ed eventualmente, se proprio devono e sono costretti, anche inglese. I briefing informativi sono in norvegese, le istruzioni di cabina e i menù sono in norvegese, le conversazioni al bar in norvegese. Voi dovete accontentarvi di cercare di capire cosa fanno gli altri e intercettare le espressioni del volto o i gesti. Nel caso non abbiate capito, siccome i norvegesi sono gentili, vi spiegano meglio in un inglese ben scandito e comprensibile. Una volta a bordo la vita è semplice: mangiare, bere, dormire, mangiare, farsi trasportare con il gommone sulla terra ferma, pellare, pellare, pellare, sciare, pellare, sciare, pellare, sciare, eccetera, tornare a bordo in gommone, bere, godere del panorama a poppa, fare la doccia (a bordo, in piccolo, ci sono tutti i comfort) mangiare, chiacchierarecon gli altri croceristi, bere, bere, dormire. E ricominciare da capo. Il trasferimento sulla terra ferma per sciare è abbastanza semplice, una volta a terra la vostra gita di scialpinismo comincia, c è quasi sempre un breve avvicinamento pianeggiante da fare, ottimo per il warm-up, e poi si sale. Si trova di tutto, dai pendii ampi e morbidi ai pendii più ripidi e impegnativi, mai estremi a meno che uno li vada intenzionalmente a cercare. I dislivelli sono di 800 metri a risalita, se ne fanno quanti se ne vuole. Abbiamo navigato a sud delle isole, in una zona chiamata Hornsund Fijiord. È il classico paradiso per lo scialpinismo classico (scusate il gioco di parole) e le montagne sono bellissime. In salita ogni tanto vale la pena di fare una pausa e sollevare lo sguardo all orizzonte, il paesaggio è surreale.



Ci sono montagne dalle forme alpine, fatte di rocce, pendii ripidi, ghiacciai e perfino delle meringhe di ghiaccio lavorato dal vento e giù, in basso, c è il blu del mare. Ci sono i fiordi ancora ingombri di ghiaccio, in lontananza. Il cielo è azzurro se siete fortunati (noi lo siamo stati, per tutto il viaggio non abbiamo visto una nuvola) ed è evidente che vi trovate in un luogo ai confini del mondo. Non c è niente e nessuno per chilometri e chilometri. Beh, a parte gli orsi polari, certo. È per quello che uno di voi, quando andate a sciare, si porta appresso un fucile. La faccenda di andare a sciare con il fucile è un po destabilizzante all inizio. Uno può reagire in due modi: o è veramente preoccupato e ossessionato dalla paura di venire attaccato e sbranato da un orso polare; oppure vede quella dell incontro come una remota possibilità di cui non preoccuparsi minimamente, come se fosse qualcosa che fa parte del pacchetto vacanza. In realtà l atteggiamento corretto sta a metà strada tra queste due posizioni. Il pericolo di incontrare un orso è concreto e reale, poi gli orsi sono interessati più alle foche di cui si cibano che agli esseri umani ma sono predatori e per questa ragione non bisogna mai sottovalutare i rischi di un incontro faccia a faccia. Il pericolo è più consistente in prossimità del mare, in quota ci si può davvero rilassare e godere dello spazio immenso, della solitudine e dei pendii. La qualità dello sci è fantastica, a nord si può trovare neve polverosa (il nord, alle Svalbard, è comunque un esposizione che subisce la trasformazione per via del sole di mezzanotte, il metamorfismo della neve è soltanto un po più lento) a sud, est e ovest si scia su ottimo firn e corn snow, che è quella condizione della neve ancora ricca d aria ma in avanzato stato di trasformazione che è difficile trovare da noi sulle Alpi. Quando sei in cima a una montagna e cominci a scendere il panorama davanti a te è strepitoso. Capisci che stai per affrontare davvero una di quelle discese epiche che ricorderai per tutta la vita. Ecco perché a fine giornata, quando, dopo l ultima discesa, arrivi in spiaggia e ti ritrovi una grigliata di carne, la musica, una tenda-sauna, birra che scorre a fiumi e gente che balla come all après-ski del Tonale, capisci che lì, quella sera, si sta per consumare una festa indimenticabile. D'altronde poi per tornare a dormire non devi nemmeno guidare, non devi far altro che un cenno a uno dei gentilissimi conducenti di gommone di riportarti a bordo e poi, una volta in cabina, schiantare dal sonno al piano superiore del tuo letto a castello.



È difficile spiegare a parole le ragioni valide per andare alle Svalbard a sciare, io ne ho messe a fuoco tre principali: uno, ogni volta che hai la possibilità di andare a sciare in un luogo della terra dove non c è nessuno intorno per decine o centinaia di chilometri, bisogna sempre trovare il modo di farlo. L esplorazione, l andare a sciare in luoghi in cui non lo ha ancora mai fatto nessuno è una esperienza umana che vale sempre la pena. Due, mare e montagna, sci e navigazione, neve e acqua sono i due estremi che si toccano, non bisogna mai rinunciare alle esperienze estreme, quando per farle non c è bisogno di mettersi in ginocchio. Tre, dieci curvoni a manetta sulla parete ovest dell Hornsundtinden che finiscono in spiaggia e nel mare più blu che voi abbiate mai visto, valgono una stagione intera. O forse anche due o tre. O dieci.



Articolo di Emilio Previtali Pubblicato sul n° 115 della rivista Skialper
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